Sant'Antonio ed il "regalo" inaspettato

Caro Sant’Antonio,

Quante volte questa vecchia insegnante in pensione ti ha invocato per chiederti la riconciliazione dei suoi due figli, quante volte ti ho detto che avrei voluto la gioia di vederli qui a casa mia entrambi e non a date separate a svolgere quelli che loro stessi definivano “turni”. Quante volte avrei voluto vedere i 2 nipotini tutti insieme e non una Domenica ciascuno. Ti avrò annoiato con la mia insistenza , sarò stata petulante, a volte tanto lagnosa, ma alla fine le mie lacrime ti avranno fatto dispiacere a tal punto che mi hai accontentata.

La sera della Vigilia di Natale, ero a tavola con Vincenzo, mio figlio più grande, la moglie ed il piccolo Giovanni che dormiva beato nella carrozzina. Durante la cena ho provato più volte a telefonare all’altro mio figlio per fargli almeno gli auguri, ma non mi rispondeva sul cellulare, era a cena fuori con la moglie e Antonio, il mio primo nipotino, che porta anche il tuo nome. La malinconia mi assalì tanto che chiesi di essere aiutata a poggiarmi sul letto, mi sentivo poco bene, ti implorai ancora grande Sant’Antonio. Ad un tratto bussò la porta e meraviglia delle meraviglia era Giuseppe, mio figlio con la moglie e il piccoletto. Dissero che avevano lasciato il ristorante e deciso di venire da me, perché Antonio piangeva che voleva dire la poesia di Natale alla nonna. Così mi sono sentita meglio ed insieme abbiamo terminato la cena con Antonio in piedi sulla sedia a recitare l’intero repertorio imparato a scuola.

Non aggiungo altro, grazie Sant’Antonio!

~Teresa